Sono cresciuto leggendo i libri di Luciano De Crescenzo e vedendo i suoi film, quindi con quel suo modo "alternativo" di spiegare la filosofia. Vi voglio lasciare questi passi tratti dal suo film "32 Dicembre" in cui, nella sua solita maniera, mette a confronto il modo di pensare di Antistene e di Aristippo.
Uno dei miei cantanti preferiti è Gatto Panceri. Eh sì, un cantante poco conosciuto e strappa-lacrime... Oh, ma a me piace!! :D Così vi lascio ascoltare una sua vecchia canzone... magari vi conquista in qualche modo...
L'amore va oltre Marino e la sua carrozzella sono inseparabili ormai sorride, avanza con le braccia te lo trovi dietro e non lo sai Marino che al suo compleanno avrà 30 candele Marino che da più di un anno S'è innamorato di Adele.
Adele che lo va a trovare che lo fa appena può che lotta contro il mal di testa e poi si addormenta sul metrò Adele si sta laureando in psicologia l'amore la sta consumando come una malattia.
L'amore va oltre i giorni che vivranno le scelte che faranno. L'amore va oltre il buio che non sai la luce che non hai.
Conosco poca gente al mondo che si accetta per com'è la maggior parte si nasconde si mette delle maschere Marino con la mente in corsa il sogno che fa è Adele che con la sua forza sempre vicino avrà.
L'amore va oltre i muri che non passi le porte chiuse in faccia. L'amore va oltre il prezzo che gli dai l'età che più non hai e va oltre e va, va oltre.
E non faccio drammi se non posso giocare più a pallone che anche se potessi farlo comunque non sarei un campione Marino dice queste cose scherzando con lei l'amore non ti chiede soldi nemmeno chi sei.
L'amore va oltre va dentro le persone evade una prigione sorprende difende l'immagine che hai rispetta ciò che fai e va oltre e va ... l'amore.
L'amore va oltre l'amore va oltre l'amore va oltre (Gatto Panceri)
Tutte le strade del mondo conducono al cuore del guerriero: egli s'immerge senza esitazioni nel fiume di passioni che scorre sempre attraverso la vita. Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia. Accetta le proprie passioni, e le vive intensamente. Sa che non è necessario rinunciare all'entusiasmo delle conquiste: esse fanno parte della vita, e ne gioisce con tutti coloro che ne partecipano. Ma non perde mai di vista le cose durature, e i solidi legami creati attraverso il tempo. Un guerriero sa distinguere ciò che è transitorio da quello che è definitivo.
Mi basta chiudere gli occhi, per vederti. E' come se ti avessi qui, ora, accanto a me. Anche se, in un certo senso, te ed io non siamo mai stati l'uno di fronte all'altro. Ti vedo mentre rincorri quel pallone, rotondo come te. Ti vedo affannarti giocando, ma non ti fermi mai, non diventi mai esausto, hai sempre tanta energia da spendere! Sogni, dietro a quel pallone. Immagini di essere Maradona, Pelè, Platini... Non diventerai mai un calciatore, lo sai, e non speri nemmeno di diventarlo. Però giochi, ti diverti e sogni ad occhi aperti. Il tuo scopo è quello di essere considerato bravo. Essere tra i migliori, uno dei bambini più bravi del tuo parco. In fondo ci riesci. Quando fai coppia con il tuo amico Alessandro tutti vi temono, e voi due vi divertite come matti. Anche da soli contro 4-5 amici, quelli che vi permettono solo raramente di giocare insieme. La vita sembra sfiorare poco i tuoi pensieri. E' estate e tu pensi solo a divertirti, a giocare giù al parco insieme ai tuoi amici. I "compiti per le vacanze" li hai quasi finiti, e siamo appena a fine giugno. Tu sei fatto così!! Nemmeno il tempo di finire la scuola ed hai insistito con tua madre affinché ti comprasse il libro per le vacanze. Così, tra una partitella di pallone ed una commedia di Eduardo, hai cominciato a "divorare" quel libro, così da toglierti il pensiero. Ti piace studiare, capire come funziona il mondo, come funzionano le cose che ti circondano. Quando tuo padre ripara qualcosa sei sempre lì, con gli occhi attenti, per vedere come sono fatte quelle cose, come funzionano, come ripararle. Non sogni di fare il calciatore, l'abbiamo detto. Ora il tuo sogno è quello di fare il veterinario! Adori gli animali. Quando ne vedi uno impazzisci!! Con i cani dei tuoi zii hai uno splendido rapporto: ci parli, trascorri tanto tempo con loro, gli reciti le poesie che conosci a memoria, gli racconti della tua vita, ti fanno rilassare... Cosa daresti per averne uno!!! Ma lo sai che in casa tua non è possibile. Tua madre non ce la fa proprio a convivere con un cane, anche se di taglia piccola. Presto, però, questo sogno uscirà dalla tua mente. Non ce la faresti mai a fare il veterinario: non riusciresti mai a restare impassibile davanti ad un animale che soffre, soffriresti anche tu con lui e non riusciresti ad aiutarlo... Arriverà, così, una nuova passione: il computer! Quella (forse) non ti lascerà più, o, perlomeno, ti farà compagnia molto a lungo... Ti piace pensare al futuro. Il tuo film preferito è "Ritorno al futuro" e spesso sogni pensando al fatidico anno 2000. "Nel 2000 le macchine voleranno!", questo ripeti spesso, "E l'uomo abiterà nello spazio, non solo sulla terra!!" e ti piacerebbe avere una parte importante in questo futuro. Vorresti essere quello che rende possibili i sogni propri e quelli dell'intera umanità. Sogni alimentati dai tanti film di fantascienza, quelli che ti piace guardare.
Sei pieno di sogni, pieno di speranze, pieno di fantasia. Ma, soprattutto, sei spensierato! Pensi solo a divertirti e ti arrabbi quando non puoi fare certe cose perché sei piccolo!! "Quando sarò grande farò questo, quello e quell'altro!", pensi spesso, e desideri con tutto te stesso di crescere velocemente. Questo, però, proprio non devi farlo!! Non avere fretta di crescere. Anzi, spera che il tempo trascorra lentamente, il più lento possibile! Goditi questi momenti in cui tante cose non ci sono nella tua vita o, semplicemente, ci sono ma non te ne rendi conto. Non avere fretta di crescere. Quando diventerai grande rimpiangerai questi momenti e vorrai tornare indietro, a quando vivevi felice e spensierato.
Ogni guerriero della luce ha avuto paura di affrontare un combattimento. Ogni guerriero della luce ha tradito e mentito in passato. Ogni guerriero della luce ha imboccato un cammino che non era il suo. Ogni guerriero della luce ha sofferto per cose prive di importanza. Ogni guerriero della luce ha pensato di non essere un guerriero della luce. Ogni guerriero della luce ha mancato ai suoi doveri spirituali. Ogni guerriero della luce ha detto "Sì" quando avrebbe voluto dire "No". Ogni guerriero della luce ha ferito qualcuno che amava. Perciò è un guerriero della luce: perché ha passato queste esperienze, e non ha perduto la speranza di essere migliore.
"Nella spiaggia a est del paese c'è un'isola sulla quale sorge un gigantesco tempio con tante campane", disse la donna. Il bambino notò che lei indossava strani abiti e che un velo le copriva i capelli. Non l'aveva mai vista prima. "Hai mai visto questo tempio?" gli domandò lei. "Vai fin laggiù e dimmi cosa ne pensi." Affascinato dalla bellezza della donna, il bambino si recò nel luogo indicato. Si sedette sulla spiaggia e guardò l'orizzonte, ma non vide null'altro se non quello che era solito vedere: il cielo azzurro e l'oceano. Deluso, si avviò verso un gruppo di case abitate da pescatori e domandò loro di un'isola con un tempio. "Sì, c'era, ma tanto tempo fa, quando qui vivevano i miei bisnonni," disse un vecchio pescatore. "Poi ci fu un terremoto, e l'isola sprofondò nel mare. Eppure, anche se non possiamo più vedere l'isola, riusciamo ancora a sentire le campane del suo tempio, quando il mare le fa ondeggiare, laggiù in fondo." Il bambino ritornò alla spiaggia, e aspettò di udire le campane. Vi passò tutto il pomeriggio, ma riuscì a sentire soltanto il rumore delle onde e le strida dei gabbiani. Quando giunse la sera, i suoi genitori andarono a prenderlo. Il mattino dopo, il bambino tornò alla spiaggia. Non poteva credere che una donna così bella potesse raccontare delle bugie. Se un giorno lei fosse tornata, avrebbe potuto dirle di non aver visto l'isola, ma di avere udito le campane del tempio, che rintoccavano per il movimento dell'acqua. Così trascorsero alcuni mesi. La donna non tornò, e il ragazzino la dimenticò. Adesso era intenzionato a scoprire le ricchezze e i tesori del tempio sommerso. Se avesse udito le campane, avrebbe potuto localizzarlo e recuperare il tesoro nascosto. Ormai non lo interessavano più né la scuola né la combriccola di amici. Si tramutò nel divertimento preferito degli altri bambini, che solevano dire: "Lui non è più come noi. Preferisce starsene a guardare il mare, perché ha paura di perdere quando giochiamo." E, vedendo il bambino seduto in riva al mare, tutti ridevano. Benché non riuscisse a sentire le campane del tempio, il bambino apprendeva ogni giorno cose diverse. Si accorse che, dopo avere ascoltato a lungo il rumore delle onde, lo sciabordio non lo distraeva più. Passò qualche tempo, e si abituò anche alle strida dei gabbiani, al ronzio delle api, al vento che sibilava tra le palme. Sei mesi dopo l'incontro con la donna, il bambino era ormai capace di non lasciarsi distrarre da nessun rumore. Ma le campane del tempio sommerso non le aveva ancora udite. Alcuni pescatori andavano a parlare con lui, e insistevano. "Noi le abbiamo sentite!" dicevano. Ma il ragazzino continuava a non sentirle. Qualche tempo dopo, i pescatori cambiarono tono: "Sei troppo concentrato sul suono delle campane laggiù. Lascia perdere, e torna a giocare con i tuoi amici. Forse soltanto i pescatori riescono a sentirle." Dopo quasi un anno, il bambino si disse: "Forse hanno ragione loro. E' meglio crescere, diventare pescatore e tornare tutte le mattine su questa spiaggia, perché ho cominciato ad amarla." E pensò anche: "Forse è soltanto una leggenda. Con il terremoto le campane si sono spaccate e non rintoccheranno mai più." Quel pomeriggio decise di tornare a casa. Si avvicinò all'oceano, per congedarsi. Guardò ancora una volta lo spettacolo della Natura, e allora, siccome non era più concentrato sulle campane, poté sorridere al canto dei gabbiani, al rumore del mare, al vento che sibilava tra le palme. Sentì in lontananza la voce dei suoi amici che giocavano, e si rallegrò al pensiero che ben presto sarebbe tornato ai giochi dell'infanzia. Il bambino era contento. E, come soltanto un bambino sa fare, ringraziò vivo. Sapeva di non avere perduto il proprio tempo, poiché aveva appreso a contemplare e a rispettare la Natura. A quel punto, sentendo il mare, i gabbiani, il vento, le foglie delle palme e le voci degli amici che giocavano, udì anche la prima campana. E un'altra. E poi un'altra ancora, finché tutte le campane del tempio sommerso rintoccarono, riempiendolo di gioia. Anni dopo, ormai adulto, ritornò al paese e alla spiaggia dell'infanzia. Non voleva più recuperare alcun tesoro in fondo al mare: forse era stato solo un frutto della sua fantasia, forse non aveva mai udito le campane sommerse in quel lontano pomeriggio della sua infanzia. Decise comunque di passeggiare il rumore del vento e le strida dei gabbiani. Fu profondamente sorpreso nel vedere, seduta sulla spiaggia, la donna che gli aveva parlato dell'isola con il tempio. "Che cosa fai qui?" le domandò. "Aspettavo te," rispose lei. Lui notò che, sebbene fossero passati tanti anni, la donna aveva ancora lo stesso aspetto: il velo che le copriva i capelli non sembrava affatto sgualcito dal tempo. Lei gli porse un quaderno azzurro, con le pagine bianche. "Scrivi: 'Un guerriero della luce presta attenzione agli occhi di un bambino. Perché quegli occhi sanno vedere il mondo senza amarezza. Quando desidera sapere se chi sta al suo fianco è degno di fiducia, cerca di vedere la maniera in cui lo guarda un bambino.'" "Che cos'è un guerriero della luce?" "Credo che tu lo sappia," rispose lei, sorridendo. "E' colui che è capace di comprendere il miracolo della vita, di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede, e di sentire allora le campane che il mare fa rintoccare sul suo letto." Lui non si era mai ritenuto un guerriero della luce. La donna parve indovinare il suo pensiero: "Di questo sono capaci tutti. E nessuno ritiene di essere un guerriero della luce, benché in effetti lo sia." Lui guardò le pagine del quaderno. La donna sorrise di nuovo. "Scrivi," disse lei infine.
L'attore che adoro di più e che è sempre nel mio cuore, come un amico, come un fratello, è il grande, l'immenso, Massimo Troisi. Quando ci ha lasciati, così all'improvviso, sono rimasto di sasso, senza parole, senza pensieri, senza la forza di dire: "No! Non se ne può andare via!!". Ma, purtroppo, questa è la vita, si sa! E quindi dobbiamo rassegnarci alla sua assenza e cercare di sopperire alla sua mancanza "cibandoci" dei suoi film, dei suoi sketch, delle sue interviste, insomma di tutto quello che è riuscito a lasciarci. Un po' di tempo fa volevo pubblicare su questo blog una sua poesia, ma volevo accompagnarla con il video in cui lo stesso Massimo la recitava in una trasmissione di Gianni Minà dedicata all'amico Pino Daniele. Purtroppo non riuscii a trovare quel video e quindi non pubblicai quella poesia... Ora, però, sono riuscito a trovarlo e quindi vi lascio questo capolavoro!!
'O ssaje comme fa 'o core Tu stive 'nzieme a n'ato je te guardaje, primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie pe' s'annammurà, già s'era fatt' annanze 'o core. A me, a me: 'o ssaje comme fa 'o core quann' s'è 'nnamurato.
Tu stive 'nzieme a me je te guardavo e me dicevo: "Comme sarrà succiesso ca è fernuto? ma je nun m'arrenn' ce voglio pruvà!". Po' se facette annanze 'o core e me dicette: "Tu vuò pruvà? e pruove, je me ne vaco!". 'O ssaje comme fa 'o core quann s'è sbagliato. (Massimo Troisi)
La trovo semplicemente FANTASTICA!!! Buona lettura e buon ascolto, Porcelain!
PS: per chi fosse interessato, vi consiglio di vedere la prima parte dell'intervista di Minà a Massimo.
Sta vita è cumme fosse na nzalata 'e tutt'erba mmiscata e che t' 'a truove già priparata dint' 'a nzalatiera; mmiez' 'a verdura fresca e profumata nce truov' 'o verme... e ognuno trova 'o suio; j' 'a sta' cu ll'uocchie apierte pecché chillo, verme cumm'è, capisce ch'è schifuso e ca te fà ribrezzo quann' 'o vide, e allora s'annasconne mmiez' 'e fronne no p' 'o scuorno, ma p'essere magnato; e ssempe cumm'a verme sape pure ca si te trase ncuorpo trova 'a vita. E già, pecché t'accide... e dint' 'e muorte isso sultanto resta ncumpagnia cu ll'ati vierme... Io? E comme no: pur'io ll'aggio truvate, e me ce sò spassato. Pecché io tengo 'a pacienza: 'a foglia m' 'a sturèo 'a rinto e 'a fora e quann' 'o trovo e veco ca se smerzèa pè bbia ch'è stato visto 'o piglio c' 'o palicco; me ce spasso, 'o chiammo a nnomme, 'o metto nomme "Tizio" o n'atu nomme cchiù pretenziuso, per esempio: "Vittorio"... E nunn'accido. Che ce mettesse a scamazzà nu verme? 'A nzalata m' 'a magno, certamente. A isso 'o veco annudo cumm' 'o verme: annudo e sulo dint' 'a nzalatiera.
(Eduardo De Filippo [1971])
AIUTO:
nzalata: insalata; 'e tutt'erba ammiscata: un misto di tutte le erbe; priparata: pronta; ffronne: foglie; scuorno: vergogna; spassato: divertito; m' 'a sturèo: me la studio, la esamino; 'a rinto: da dentro; se smerzèa: si contorce; pè bbia: perché; palicco: stuzzicadente; scamazzà: schiacciare.
Nell'ambito della manifestazione Napulèstate, organizzata dal comune di Napoli, ieri sera alla Rotonda Diaz si è tenuto il concerto (gratuito) di Raf. Io ci sono stato e mi sono divertito, perché ho cantato quasi tutte le canzoni!! Questa è la seconda volta che assisto ad un concerto "popolare" di Raf ed entrambe le volte ne sono rimasto piacevolmente colpito, perché ha fatto davvero una bella panoramica su tutto il suo repertorio, senza escludere nemmeno il suo primissimo singolo: Self Control! Oggi, rinfrescato da questo suo concerto, voglio proporvi una delle sue ultime canzoni, tratta dall'ultimo album a cui dà proprio il nome: "Passeggeri distratti".
Passeggeri distratti Facendo finta di perderti io mi tormento pensandoti mi rendo conto che è facile sbagliare strada
E la città è come un incubo che mi ributta nel traffico io giro a piedi e mi perdo non so dove vado
C'è confusione il mondo sembra andare avanti anche senza noi se me ne andassi via da qui chi mi verrebbe a cercare
Dimmi che tu lo faresti e che non siamo passeggeri distratti di questa vita in vetrina di questa corsa all'oro
Dimmi che tu rifaresti se potessi tutto quanto che nonostante il mondo noi siamo fino in fondo fino in fondo noi
Col tempo le cose cambiano e anche gli slanci si placano e non è più esattamente come tu immaginavi ma se sparissi adesso chi chi mi verrebbe a cercare
Dimmi che tu lo faresti e che non siamo passeggeri distratti due prigionieri in gita senza una via d'uscita
Dimmi che tu rifaresti se potessi tutto quanto che nonostante il mondo noi siamo fino in fondo fino in fondo noi dimmi che tu lo rifaresti... (Raf)
Mi auguro che anche voi, come me, facciate di tutto per non essere dei passeggeri distratti su questo mondo...
Fammi entrare nel tuo labirinto, voglio perdermi dentro di te, siamo due calamite viventi, tutto il resto del mondo non c'è. (Raf, "Inevitabile follia")
Ricordate Francesco Tricarico?! E' quel cantante che è diventato famoso con la canzone "Io sono Francesco". Non conosco benissimo lui e le sue canzoni, ma temo che sia stato frainteso e sottovalutato dal grande pubblico: del suo singolo di lancio, ad esempio, molti ricordano solo il fatto che lui dicesse "...puttana la maestra..." ma ben pochi ricordano il passo scioccante
...ma un giorno la maestra dice "Oggi c'è tema, oggi fate il tema, il tema sul papà" io penso "E' uno scherzo", sorrido e mi alzo le vado vicino, ero contento le dico "Non ricordo, mio padre è morto presto, avevo solo tre anni, non ricordo, non ricordo" lei sa cosa mi dice, neanche mi guardava, beveva il cappuccino, non so con chi parlava, dice "Qualche cosa, qualcosa ti avran detto, ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri"...
Oggi ho riascoltato un'altra sua canzone e l'ho trovata molto bella, al punto che credo di poter prendere il prestito la categoria che utilizza Il Cavaliere Oscuro e definire questa canzone "Nuova Letteratura Italiana".
Musica La verità è che l’amore mi ha bruciato, quand’ero piccolo l’amore mi ha scottato e me ne stavo seduto sul mio prato a guardare le stelle nel cielo. La verità è che l’amore mi ha bruciato, quand’ero piccolo l’amore mi ha scottato E ora sono seduto sul mio prato a guardare una rosa che cresce.
La verità è che io non ho amato, quand’ero piccolo io non ho amato e ora starò da solo a guardare l’aria del mare senza più tornare e fermerò il tempo e lo spazio e con lo sguardo attento guarderò lontano niente.
Prima viene la pietra che non beve e non mangia poi viene il cielo il cielo che non ha la forma poi viene l’albero che non teme l’inverno poi viene il sole il sole che mai si spegne poi una lucertola che sta su un muro in campagna poi una coccinella che vola di fiore in fiore e vorrei essere il sole che sta scaldando una ragazza che prende il sole sulla spiaggia che è lucente e splendente.
La verità è che la musica mi ha salvato, quand’ero piccolo la musica mi ha salvato e me ne stavo seduto sul mio prato ad ascoltare il mangiadischi cantare. La verità è che la musica mi ha salvato, quand’ero piccolo la musica mi ha salvato e ascoltavo mia madre parlare, mio fratello giocare e l’universo a girare e me ne stavo da solo a sognare in ripostiglio a giocare con i soldatini a giocare. (Francesco Tricarico)
P' 'o paese d' 'e nnammurate cammenava "core sperduto". Comme e quanno c'era arrivato chi l'avesse saputo dì.
Ce 'o divevano, e nun ce credeva. Ce avvisavano, e nun 'o ccapiva. Core, core, si tu me sentive, nun campasse sperduto accussì.
Tutt' 'a musica 'e chistu paese ca tu siente, tu sulo l'è ntisa. E sti sciure ca vide p' 'e ccase nun nce stanno, e tu 'e vviene 'addurà.
Chesti strade pulite pulite ca tu vide lucente e allustrate ca te pareno 'argiento ndurato, tu nun vide che fango ce sta.
Lass' 'a j' sta palomma. Si 'a piglie te n'adduone ch'è fatto nu sbaglio. Lass' 'a j', siente a me, ch'è cchiù mmeglio, cride tu c' 'a palomma ce sta.
Core core, pè chistu paese chin' 'e sciure canzone e surrise addò vanno 'e ppalomme p' 'e ccase, nun nce aviva nemmeno accustà...
(Eduardo De Filippo [1968])
AIUTO:
sciure: fiori; ntisa: sentita; 'e vviene 'addurà: ne senti perfino il profumo; palomma: farfalla; te n'adduone: te ne accorgi; lass' 'a j': lasciala andare; accustà: avvicinare.