Gli anni in cui eravamo distratti
Mamma mia! Da quanto tempo manco da questo mio blog!!! Beh, una cosa che ho capito in quest'ultimo tempo è che più si cresce, più il tempo diventa poco! E' proprio tiranno...
Per lavoro ci sono molto, anzi moltissimo, vicino al pc, ma nel tempo libero o sono stanco o preferisco fare altro... Perciò il mio blog è un po' "morto"! Cerco di rianimarlo un po' con una poesia (eh già, ultimamente, nei viaggi in treno e metropolitana, sto leggendo molto!) del solito Ligabue!
Per lavoro ci sono molto, anzi moltissimo, vicino al pc, ma nel tempo libero o sono stanco o preferisco fare altro... Perciò il mio blog è un po' "morto"! Cerco di rianimarlo un po' con una poesia (eh già, ultimamente, nei viaggi in treno e metropolitana, sto leggendo molto!) del solito Ligabue!
Gli anni in cui eravamo distratti
non è ancora chiaro
se siano finiti del tutto
gli anni in cui eravamo distratti
non ci accorgevamo
che le nostre cellule sfinivano
e quelle nuove arrivavano
e quelle di nostro padre
andavano a male
negli ospedali camminavamo
dritti verso un letto
non giravamo mai lo sguardo
in corsia
sentivamo le canzoni
ci abituavamo alle peggiori
le ricantavamo forte
per non sentire
notizie davvero vere
come certi prestigiatori
ci infilavamo
lastre sottili di ferro
a dividere
la parte sopra l'ombelico
da quella sotto
e non diteci che non sapete
quale porgevamo
alle ragazze
e non diteci che non sapete
che la loro richiesta
non l'ascoltavamo
con
precisa
distrazione
e scelta
ai funerali
pensavamo ad altro
se ci andavamo
impegnati a rendere coerente
l'epitaffio
uno che se l'è cavata
fatti
di pezzi di uomo
messi insieme
con pazienza orefice
braccia e orecchie conserte
eclissi parziale di occhi
camminavamo sul filo
con in bocca il cucchiaio
sul cucchiaio l'uovo
sull'uovo il peso del cielo
(Luciano Ligabue, tratta da "Lettere d'amore nel frigo")
non è ancora chiaro
se siano finiti del tutto
gli anni in cui eravamo distratti
non ci accorgevamo
che le nostre cellule sfinivano
e quelle nuove arrivavano
e quelle di nostro padre
andavano a male
negli ospedali camminavamo
dritti verso un letto
non giravamo mai lo sguardo
in corsia
sentivamo le canzoni
ci abituavamo alle peggiori
le ricantavamo forte
per non sentire
notizie davvero vere
come certi prestigiatori
ci infilavamo
lastre sottili di ferro
a dividere
la parte sopra l'ombelico
da quella sotto
e non diteci che non sapete
quale porgevamo
alle ragazze
e non diteci che non sapete
che la loro richiesta
non l'ascoltavamo
con
precisa
distrazione
e scelta
ai funerali
pensavamo ad altro
se ci andavamo
impegnati a rendere coerente
l'epitaffio
uno che se l'è cavata
fatti
di pezzi di uomo
messi insieme
con pazienza orefice
braccia e orecchie conserte
eclissi parziale di occhi
camminavamo sul filo
con in bocca il cucchiaio
sul cucchiaio l'uovo
sull'uovo il peso del cielo
(Luciano Ligabue, tratta da "Lettere d'amore nel frigo")
Se vi registrate su LigaChannel.com potete anche ascoltarla dalla viva voce di Luciano...
Spero vi piaccia!
Porcelain
Spero vi piaccia!
Porcelain
1 commento:
è verissimo quello che dici...
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