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mercoledì 30 maggio 2007

Inno alla Bellezza

La mia cultura umanistica, purtroppo, non è il massimo che si possa desiderare di avere. I miei studi scientifici, alle scuole superiori e all'Università, oltre alla mia forma mentis analitica mi hanno tenuto abbastanza lontano dai piaceri che può riservare l'Arte.
Quello che conosco al riguardo lo devo, soprattutto, agli studi svolti quando ero un fanciullo della scuola media (?!) ed alla mia voglia di apprendere, anche da autodidatta! Come vi sarete accorti, la forma d'arte che prediligo (perché più facile da recepire per me, in quanto più vicina al mio modo d'essere) è la letteratura.
Quando a scuola ho studiato il Decadentismo, sono rimasto molto affascinato dalle figure dei suoi esponenti ed in particolare (correggetemi se sbaglio) da quelli che vennero definiti "Poeti maledetti". Nonostante il mio stile di vita molto nella norma, privo di eccessi, mi sono sempre sentito un Poeta maledetto: forse per il mio stato di "maledetto"...e per la mia aspirazione ad essere un "poeta" (ma poi ho scelto l'Ingegneria... ;) ). Beh, una poesia come quella che segue avrei tanto voluta scriverla io.... e chissà che non l'abbia fatto in una mia vita passata!
Inno alla Bellezza
Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà?
Il tuo sguardo, infernale e divino,
versa, mischiandoli, beneficio e delitto:
per questo ti si può comparare al vino.

Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora,
diffondi profumi come una sera di tempesta;
i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un'anfora,
che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.

Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri?
Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane:
tu semini a casaccio la gioia e i disastri,
hai imperio su tutto, non rispondi di nulla.

Cammini sopra i morti, Beltà, e ridi di essi,
fra i tuoi gioielli l'Orrore non è il meno affascinante
e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari,
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.

La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela,
e crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!".
L'innamorato palpitante chinato sulla bella
sembra un morente che accarezzi la propria tomba.

Venga tu dal cielo o dall'Inferno, che importa,
o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo;
se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me
la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto?

Da Satana o da Dio, che importa?
Angelo o Sirena, che importa se tu
– fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina –
fai l'universo meno orribile e questi istanti meno gravi?
(Charles Baudelaire)
Bella, vero?
Porcelain!

1 commento:

Uomo Distrutto ha detto...

è vero,
quest'informatica ci ha ucciso!