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lunedì 25 dicembre 2006

Pranzo di Natale (Parte 1)

A volte mi stupisco di come siano veri i proverbi, i modi di dire, della tradizione italiana.
Quello che mi colpisce in questo momento è: "Non c'è mai limite al peggio".
Già... se ieri credevo di aver mangiato da schifo, oggi è ancora peggio! Ed ora siamo fermi in una pausa forzata dopo il secondo, e non riusciamo ad andare più avanti!! Ci aspetta poco, ma quel poco ci spaventa a causa del livello di riempimento che abbiamo raggiunto.
Abbiamo cominciato in maniera quasi soft, con l'antipasto formato da zeppoline d'alghe fritte e l'immancabile insalata russa. Ad essere sincero non credo di aver esagerato con questa portata, almeno non come ieri sera, però è stato comunque troppo considerando il primo piatto che mi aspettava al varco.
Infatti dopo le prime forchettate di pasta al forno, ho già sentito il mio stomaco gridare "Aiuto!". La pasta, strepitosa, era fatta con il ragù e la carne macinata, oltre ad un po' di mozzarella filante che amalgamava il tutto! La mia porzione era un po' più grande di una porzione che si possa considerare normale, ma era comunque inferiore di quelle di mio cugino e di mio zio con i quali mi sono ritrovato a gareggiare.
Dopo il primo mi sarei tranquillamente fermato per oggi, avrei fatto volentieri a meno di andare avanti. A questo punto, per fortuna, abbiamo fatto una piccola pausa, troppo piccola per smaltire qualcosa e fare spazio al resto. Purtroppo questo difetto, l'assenza di grosse pause tra una portata e l'altra, è un problema della cucina di casa mia: mio padre organizza così bene il pasto, che tutto scorre rapidamente, senza il tempo di poter rifiatare. Così nemmeno il tempo di dire né "Ah" né "Bah" che mi sono ritrovato davanti il secondo (non prima di aver aiutato nell'asciugare le stoviglie e nel servire a tavola): salsiccia, funghi champignon e patate "duchessa" al forno. Menomale che ho rifiutato la costoletta di maiale alla scaloppina...
Ora stiamo tutti boccheggiando. C'è chi passeggia in giro per casa, chi è sceso a prendere una boccata d'aria, chi si addormenta vicino alla tavola. Questo perché, oltre alle porzioni abbondanti, stiamo affogando il nostro pasto nel vino: una gradevole falanghina frizzante dei Campi Flegrei!

Alla prossima puntata,
Porcelain!

1 commento:

Uomo Distrutto ha detto...

beppe, l'ultima cosa che hai detto...
non la sottovalutare... il vino a natale miete più vittime del capitone...